Nel linguaggio comune si parla di influenza intestinale per indicare un processo infiammatorio di origine virale che colpisce lo
stomaco e l'
intestino tenue; utilizzando un vocabolo medico sarebbe quindi più corretto parlare di gastroenterite virale.
Le influenze intestinali sono malattie piuttosto frequenti, che interessano tutte le classi di età ed in modo particolare i bambini. I
sintomi includono nausea,
vomito, dolore e distensione addominale, malessere generale, brividi, perdita di
appetito,
diarrea e
febbre; tali manifestazioni possono durare da pochi giorni ad alcune settimane, in relazione all'agente virale implicato e alla gravità della malattia. Nell'adulto l'evoluzione è in genere benigna, con risoluzione spontanea entro poche ore o al massimo giorni, senza bisogno di alcun specifico trattamento. Analogo discorso per i lattanti e per i bambini, che sono tuttavia più soggetti alle complicanze, talora gravi, della
disidratazione. La perdita di liquidi e di elettroliti associata alla gastroenterite può essere molto pericolosa anche per i soggetti anziani, debilitati o in presenza di concomitanti, gravi, malattie. I
virus che causano gastroenteriti, infatti, danneggiano le cellule della
mucosa intestinale, con perdita di fluidi, conseguente diarrea liquida e cattivo assorbimento di
nutrienti (anche il
malassorbimento dei
carboidrati, che causa diarrea osmotica, può essere importante).
Influenza intestinale e rotavirus
I principali e più temuti responsabili dell'influenza intestinale sono i rotavirus che, come il nome lascia trasparire, presentano una tipica forma circolare, simile ad una ruota. Si stima che all'età di tre anni oltre il 95% dei bambini abbia subito almeno un episodio di gastroenterite virale sostenuto da rotavirus. L'infezione è abbastanza rara al di sotto dei 6 mesi, probabilmente per merito della protezione conferita dagli
anticorpi materni (IgG) trasmessi per via
placentare e dalle
IgA contenute nel
latte materno.
Esistono differenti sierotipi di rotavirus, distinti in tre gruppi: A, B e C; il bambino, può essere di volta in volta infettato da diverse forme virali, acquisendo nel frattempo un'immunità naturale che lo proteggerà dalle successive infezioni (che si manifesteranno in maniera attenuata o asintomatica). Alle nostre latitudini, il picco di infezioni si registra in inverno; alcuni episodi richiedono l'ospedalizzazione, mentre nei Paesi del terzo mondo sono comuni decorsi gravi ed addirittura mortali per spiccata disidratazione e acidosi. I rotavirus sono inoltre chiamati in causa nell'insorgenza di alcune forme di
diarrea del viaggiatore; gli adulti possono infettarsi anche dopo uno stretto contatto con un lattante infetto; in ogni caso, la malattia sarà generalmente lieve o addirittura asintomatica.
A fianco dei classici sintomi sopraelencati possono comparire quelli tipici delle infezioni respiratorie (
tosse e
raffreddore). Le
feci, diarroiche, non contengono sangue e
leucociti, o solo in piccole quantità, ed il loro esame può essere utilizzato per una diagnosi più accurata.
La terapia consiste nella generosa somministrazione di liquidi ed elettroliti, preferibilmente per
via orale; generalmente gli antidiarroici non sono impiegati perché, in ogni caso, è molto più importante trattare la disidratazione rispetto alla diarrea. E' fondamentale, quindi, che i genitori o chi si occupa del bambino siano consapevoli di questa necessità ed in grado di riconoscere i segni della disidratazione: uno dei parametri più utili è il confronto del peso del bambino con quello standard (disidratazione lieve: differenza < 2-3,5%; disidratazione moderata: differenza compresa tra il 4 ed il 6%; disidratazione severa: differenza ≥ 6%); in alternativa o in associazione si possono valutare altri segni obiettivi, come la secchezza delle mucose, la
sete, la ridotta emissione di
urina o un suo
colore particolarmente scuro, la ridotta elasticità cutanea, l'aumentata
frequenza cardiaca, la compromissione del sensorio, la mancanza di lacrime nel pianto e la freddezza delle estremità. Ovviamente, il consulto del pediatra è d'obbligo ogni qualvolta si sospetti un'importante influenza intestinale (diarrea particolarmente acquosa, elevato numero di evacuazioni,
febbre alta, disidratazione moderata e severa). In molti casi, per la reidratazione del piccolo, verrà consigliata una soluzione glucosalina da acquistare in farmacia. Per quanto riguarda il bambino a dieta solida, non è necessario effettuare alcuna modificazione dietetica, salvo l'eliminazione di cibi e bevande ricchi di
zuccheri semplici, come i succhi di frutta, che possono aggravare la diarrea per il loro effetto osmotico.
E' stata segnalata l'efficacia della batterioterapia orale (assunzione
di fermenti lattici probiotici) sia a carattere preventivo che terapeutico. Dall'inizio del 2006 è disponibile un vaccino capace di proteggere, soprattutto i più piccoli, dall'attacco del virus; altri sono in via di sviluppo.
Per arginare la diffusione della malattia - che si trasmette principalmente per via oro fecale, oltre che per contatto diretto - una norma utile rimane comunque quella di
lavarsi accuratamente e frequentemente le mani.
Influenza intestinale da virus Norwalk
Questo virus condivide il nome con la cittadina dell'OHio (USA), dove nel 1968 fu riconosciuto per la prima volta dopo aver provocato una grave epidemia. Il Norwalk virus ed agenti eziologici dello stesso tipo sono responsabili del 40% delle epidemie di gastroenterite acuta, spesso registrate in luoghi molto affollati come scuole, centri ricreativi, campeggi, navi da crociera,
mense ed ospedali; a differenza dei rotavirus, gli episodi infettivi si distribuiscono più o meno uniformemente lungo tutto l'arco dell'anno. Il contagio avviene tramite il consumo di
acqua infetta (anche
potabile perché il virus è particolarmente resistente all'azione disinfettante del
cloro) ed
alimenti crudi contaminati (ortaggi, ostriche, crostacei ecc.). A differenza dell'influenza intestinale da rotavirus, questo tipo di gastroenterite tende a risparmiare i più piccoli per colpire i ragazzi ed i giovani adulti. La sintomatologia, generalmente di durata temporanea inferiore, e la terapia sono sovrapponibili a quelle descritte per le infezioni da rotavirus.
L'influenza intestinale può essere causata anche da altri ceppi virali, come quelli appartenenti al gruppo degli adenovirus - che interessano elettivamente i bambini, con una durata piuttosto lunga della malattia (5-12 giorni in media, fino ad oltre 2 settimane) - ed in misura minore da ceppi appartenenti al gruppo dei calicivirus e degli astrovirus. Non bisogna inoltre dimenticare che solo il 70% circa delle gastroenteriti infettive è di origine virale, mentre il rimanente 30% ha origini batteriche.