Informazioni personali

martedì 15 febbraio 2011

L’antinausea da indossare col pancione e durante il viaggio

Il punto elettivo per la nausea e il vomito si chiama P6 e si trova sulla superficie interna dell’avambraccio, tre dita sotto il polso. Intervenendo sul punto P6 con appositi braccialetti dotati di sferetta rigida, lo stato di malessere dovuto alla gravidanza, ma anche al mal d’auto, di mare, d’aria, all’anestesia, alla cervicale o all’artrosi, cessa entro pochi minuti dal momento in cui vengono indossati. Sono disponibili nel formato adulti e bambini.

Il braccialetto antinausea -  Sea-Band Antinausea Salute

Alcuni problemi frequenti in gravidanza


CURA DEL CORPO
I bagni e le docce saranno fatte, a seconda delle necessità, una volta al giorno. Il bagno non è controindicato: è necessario tuttavia evitare le temperature eccessive e le immersioni prolungate. I capelli possono essere lavati ogni volta che si desidera. Nulla controindica l'ondulazione permanente, devono essere evitate invece le tinture dei capelli.
Le irrigazioni vaginali  sono da evitare; al contrario è raccomandata una meticolosa toilette dei genitali esterni con sapone neutro.
L'igiene dentale è importante: è frequente la gengivite gravidica, a volte emorragica; essa si cura attraverso una corretta igiene della bocca e dei denti : lavarsi accuratamente i denti , due volte al giorno con uno spazzolino morbido.
L'igiene dei seni prevede una toilette quotidiana durante la doccia o il bagno. Se si nota una secrezione di colostro, si raccomanda di pulire attentamente i capezzoli, di asciugarsi bene e di proteggergli con una compressa di garza sterile; per prevenire le smagliature si consiglia di fare due applicazioni quotidiane di crema specifica avendo cura di massaggiare delicatamente.
L'esposizione al sole non è raccomandata perché accentua la maschera gravidica che può lasciare segni indelebili, provoca rapidamente degli eritemi, dato che la pelle è resa fragile dall'impregnazione degli ormoni, aumenta il rischio di varici agli arti inferiori.


LA VITA SESSUALE
Durante il periodo dell'attesa, la coppia tende a modificare le proprie abitudini sessuali, nel timore di nuocere in qualche modo al bambino nel pancione. In realtà i rapporti sessuali non comportano alcun rischio per il feto. che si trova nel sacco amniotico all'interno dell'utero: quest'organo non può essere raggiunto dal liquido seminale. Si possono però presentare alcune situazioni nelle quali è bene evitare il rapporto completo, ecco le più frequenti:
perdite di sangue che potrebbero essere dovute a una stimolazione da parte del partner troppo intensa, ma potrebbero anche segnalare una minaccia di aborto;
placenta previa, cioè inserita bassa. Questa posizione può provocare il distacco precoce della placenta (l'organo che nutre il feto) dalle pareti dell'utero;
minaccia di aborto, occorre prestare attenzione anche nel caso in cui si è avuto un precedente aborto spontaneo;
cerchiaggio cervicale, questa tecnica è utilizzata per chiudere il collo dell'utero in caso di aborti o di collo uterino dilatato;
rischio di parto prematuro, o che ci siano già stati, in precedenza, parti pretermine;
gravidanza plurima, cioè se si attendono due o più bambini. E' consigliato negli ultimi mesi di gestazione, per evitare il parto prematuro il rapporto completo
I rapporti sessuali sono permessi anche fino all'ultimo periodo della gravidanza, a meno che il collo dell'utero non sia abbastanza dilatato. In questo caso, infatti, ci potrebbe essere il rischio di una rottura del sacco amniotico con conseguente inizio di travaglio di parto.
Nel primo trimestre si possono mantenere le proprie abitudini sessuali: i cambiamenti fisici della donna non ostacolano i movimenti. Questo periodo, però, è il più delicato per il feto, meglio quindi evitare i movimenti troppo intensi e la penetrazione particolarmente vigorosa.
Il secondo trimestre è il periodo più favorevole per la donna perché la zona genitale è molto recettiva: aumenta l'afflusso di sangue e i genitali diventano più sensibili, inoltre, le preoccupazioni del parto sono ancora lontane e la coppia può dedicarsi a sé: è il momento adatto per provare modi diversi di fare l'amore, che non comprimano il pancione. Si può, per esempio, adagiarsi fianco a fianco oppure sperimentare varie posizioni nelle quali la compagna è sopra l'uomo.
Nell'ultimo trimestre non è necessario rinunciare a i rapporti sessuali ma la penetrazione può essere fastidiosa. Si può allora lasciare andare la fantasia e trarre piace dalla stimolazione manuale.


L'USO DEL TABACCO IN GRAVIDANZA
E' risaputo che il fumo di sigaretta è dannoso per la salute degli individui, figuriamoci per quella del feto. Uno dei principali e provati effetti delle sigarette in gravidanza è quello sul peso del neonato: i bambini nati da madri  fumatrici presentano alla nascita un peso inferiore del 20-30% rispetto ai neonati di madri non fumatrici. Il ritardo nella crescita si può evidenziare già a partire dal sesto mese di gravidanza. Secondo gli studi più recenti, sono sufficienti 10 - 15 sigarette al giorno per diminuire notevolmente la crescita del bambino nell'utero. Alcune ricerche hanno persino evidenziato un certo ritardo nella crescita del feto nelle madri non fumatrici che però convivevano con forti fumatori (20 - 30 sigarette al giorno) e, quindi, sottoposte al cosiddetto fumo passivo. Il consiglio è quello di smettere, anche gradualmente, di fumare per tutto il periodo della gravidanza e dell'allattamento. In certi casi, può risultare quasi impossibile abbandonare questa cattiva abitudine. Se proprio non ci si riesce, occorre almeno limitarsi e fumare al massimo tre sigarette al giorno, da distribuire durante tutta la giornata scegliendo quelle a basso contenuto di nicotina.


NAUSEA E VOMITO
Nausea e vomito possono essere frequenti nei primi mesi di gravidanza, a seguito dei cambiamenti che intervengono nella produzione degli ormoni. La fatica, gli odori, lo stress, un'alimentazione non regolata possono facilmente provocare un senso di nausea.
Per ridurre questo disturbo è utile:
1) mangiare cibi ricchi di carboidrati (come i cereali, qualche biscotto, ...) prima di alzarsi, al mattino, per aumentare il livello di zucchero nel sangue;
2) bere liquidi tra un pasto e l'altro;
3) evitare i cibi fritti, piccanti, e le bevande contenenti caffeina;
4) rilassarsi durante il pasto.


BRUCIORE DI STOMACO
Il bruciore di stomaco può essere causato dall'aumentata pressione intra-addominale dovuta alla crescita di volume dell'utero. E' importante stare in posizione corretta, evitare di assumere cibi che possono aumentare la produzione di acidità nello stomaco
In particolare:
1) fare piccoli e frequenti pasti (invece di pochi pasti abbondanti);
2) limitare l'assunzione di liquidi durante i pasti;
3) evitare cibi fritti o piccanti;
4) evitare bevande gassate o contenenti caffeina;
5) non sdraiarsi subito dopo il pasto;
6) si possono assumere tranquillamente antiacidi e bicarbonato di sodio.


STITICHEZZA
Sono tre i principali fattori responsabili dell'aumentata incidenza della stitichezza durante la gravidanza: la produzione di progesterone che rilascia i muscoli gastro-intestinali con diminuzione della peristalsi; la pressione dovuta all'aumentato volume uterino; l'uso di supplementi di ferro.
Per migliorare la funzionalità intestinale è importante:
1) aumentare l'apporto di fibre dietetiche, che aumentano la massa fecale, favoriscono il transito intestinale e l'evacuazione,
2) aumentare l'assunzione di liquidi;
3) non dimenticare un pò di  attività fisica, che migliora la mobilità gastro-intestinale.

L’influenza in gravidanza

Un'influenza fatta durante la gravidanza raramente causa difetti al feto; dato però che il sistema immunitario della donna incinta è meno efficiente, il rischio di complicazioni come la polmonite è più alto rispetto alla norma. Il modo migliore per avere una gravidanza tranquilla è, quindi, quello di prevenire l'influenza. Se, però, le misure prese non riescono a proteggerci dall’infezione, esistono diversi provvedimenti che possono aiutare a superare meglio la malattia.

Prima regola: prevenire
Il vaccino antinfluenzale è l’opzione numero uno per prevenire l'influenza. Il vaccino non contiene virus vivi, e non può quindi causare la malattia. Alcune donne possono sperimentare stanchezza e dolori muscolari dopo la vaccinazione, ma questi sintomi sono dovuti alla reazione del loro sistema immunitario.
Ci vogliono circa due settimane perché l’effetto di copertura sia attivo. La stagione influenzale può cominciare già a ottobre e protrarsi fino a maggio, quindi tra la metà di settembre e la fine di ottobre è il periodo migliore per vaccinarsi; ma se non lo si è fatto prima, è saggio farlo anche a dicembre.

Nel caso non si riesca a evitare il contagio

Esistono alcune misure che possono aiutare a stare meglio.
• Aumentare l'assunzione di liquidi. L'acqua è molto importante, per cui cercare di bere il più possibile magari anche assumendo succhi di frutta, frullati e tutto ciò che può fornire, oltre che liquidi, anche sostanze nutritive dato che, in questi casi, l’appetito può essere ridotto.
• Se non si ha voglia di mangiare, cercare di mantenere il giusto apporto nutrizionale consumando sei pasti piccoli al posto dei tre pasti regolari.
Aumentare i periodi di riposo. Elevare la testa quando si è distesi per migliorare la respirazione.
• Utilizzare un vaporizzatore o fare frequenti suffumigi per aiutare a fluidificare le secrezioni.
• Se si hanno dolori nella zona dei seni paranasali, sopra e sotto gli occhi e intorno agli zigomi, applicare impacchi caldi per contribuire ad alleviare la congestione.
• Usare pastiglie o caramelle a base di zucchero o miele per alleviare mal di gola e tosse.

Quali farmaci si possono utilizzare?
Prima delle 12 settimane di gravidanza e dopo la 38a è meglio non usare alcun farmaco, a meno che non sia il medico a prescriverlo. Nel restante periodo, cercando comunque di ridurre al minimo l’assunzione, si possono usare alcuni prodotti da banco, quali:
decongestionanti nasali a base di pseudoefedrina
• paracetamolo per i dolori e se la febbre sale oltre i 38 °C.
• clorfeniramina (antistaminico)
Tenete comunque conto che molti farmaci contro il raffreddore e l’influenza non sono stati studiati in gravidanza.

Sono invece da evitare
• Farmaci antivirali che possono causare un lieve aumento del rischio di difetti alla nascita.
• L'acido acetilsalicilico e l'ibuprofene, poiché il primo può causare sanguinamento mentre il secondo non è stato studiato in donne in gravidanza.
• La guaifenesina (espettorante) e il destrometorfano (antitosse), che si trovano comunemente nei farmaci contro raffreddore influenza e negli sciroppi per la tosse, poiché la loro sicurezza  non è conosciuta.
• Inoltre, ricordare di non utilizzare la pseudoefedrina nel primo trimestre, perché è stata collegata a problemi di sviluppo del sistema digestivo del feto.

lunedì 24 gennaio 2011

Kamut: Proprietà e Benefici

Il kamut è un cereale molto antico, si pensi che già più di 5.000 anni fa era coltivato dalla popolazione egiziana; il suo aspetto è simile a quello del grano, con la differenza che i suoi chicchi hanno dimensioni più grandi e per questo motivo viene anche chiamato grano gigante.

Il kamut è strettamente imparentato con il grano e la sua pianta appartiene alla famiglia delle graminacee; questo cereale è stato riscoperto nel secolo scorso, più o meno attorno al 1940, ma la sua diffusione su larga scala è cominciata praticamente negli anni '70 ad opera di un agricoltore americano di nome Bob Quinn, a cui si deve anche attribuire il nome kamut, il cui significato è "anima della terra".
E' stato dimostrato che in confronto agli altri  tipi di grano il kamut è in grado di dare un apporto energetico molto maggiore ed è, a buon ragione, considerato uno dei cereali più completi dal punto di vista nutrizionale.
Il kamut ha un contenuto di acqua pari al 9,8%, le proteine sono presenti in misura del 17% circa, mentre troviamo un 68% di carboidrati e un 2% di fibre alimentari grezze. Come per gli altri tipi di grano il colesterolo è assente.
Tra i minerali annoveriamo il calcio, il ferro, il magnesio, il fosforo, il potassio, il rame, lo zinco, il sodio ed il selenio. Tra le vitamine presenti alcune del gruppo B ( tiamina, riboflavina, vitamina B6) e vitamina E, quest'ultima presente in quantità pari al 30% in più rispetto al grano comune. Molto importante, in ultimo, la presenza di molti aminoacidi con una concentrazione di molto superiore a quella del grano tradizionale.
La grande notorietà che il kamut ha guadagnato nel tempo è dovuta soprattutto alla sempre maggiore diffusione delle allergie alimentari; dopo lunghi studi condotti in Usa è stato infatti dimostrato che circa il 70% delle persone che non tollerano il grano tradizionale a causa di reazioni allergiche, possono tranquillamente consumare il kamut.
Le stesse indicazioni non valgono però per chi è celiaco; il kamut, allo stesso modo del grano, contiene glutine e non può quindi essere consumato dalle persone intolleranti al glutine.
Molto apprezzate, oltre alle proprietà nutritive, la sua buona digeribilità e assimilabilità. Da sottolineare la presenza di selenio, che, grazie alle sue proprietà antiossidanti, è in grado di proteggere l'organismo dagli effetti dei tanto temuti radicali liberi.
Il kamut, grazie alle sue proprietà e caratteristiche, si presta molto bene alle modalità proprie della coltivazione biologica; infatti la sua pianta è di costituzione molto robusta ed è in grado di sopportare egregiamente le varie avversità climatiche.

Attualmente viene coltivato in  diverse parti del mondo solo ed esclusivamente attraverso la coltivazione biologica ed è in grado di produrre buoni raccolti senza l'impiego di pericolosi pesticidi o fertilizzanti chimici; la concimazione avviene in modo più che naturale con l'impiego del letame proveniente dagli allevamenti.
A conferma delle buone proprietà nutrizionali, ogni 100 grammi di kamut, abbiamo un apporto calorico pari a 335 calorie.

martedì 18 gennaio 2011

Influenza intestinale

Nel linguaggio comune si parla di influenza intestinale per indicare un processo infiammatorio di origine virale che colpisce lo stomaco e l'intestino tenue; utilizzando un vocabolo medico sarebbe quindi più corretto parlare di gastroenterite virale.
Le influenze intestinali sono malattie piuttosto frequenti, che interessano tutte le classi di età ed in modo particolare i bambini. I sintomi includono nausea, vomito, dolore e distensione addominale, malessere generale, brividi, perdita di appetito, diarrea e febbre; tali manifestazioni possono durare da pochi giorni ad alcune settimane, in relazione all'agente virale implicato e alla gravità della malattia. Nell'adulto l'evoluzione è in genere benigna, con risoluzione spontanea entro poche ore o al massimo giorni, senza bisogno di alcun specifico trattamento. Analogo discorso per i lattanti e per i bambini, che sono tuttavia più soggetti alle complicanze, talora gravi, della disidratazione. La perdita di liquidi e di elettroliti associata alla gastroenterite può essere molto pericolosa anche per i soggetti anziani, debilitati o in presenza di concomitanti, gravi, malattie. I virus che causano gastroenteriti, infatti, danneggiano le cellule della mucosa intestinale, con perdita di fluidi, conseguente diarrea liquida e cattivo assorbimento di nutrienti (anche il malassorbimento dei carboidrati, che causa diarrea osmotica, può essere importante).

Influenza intestinale e rotavirus



I principali e più temuti responsabili dell'influenza intestinale sono i rotavirus che, come il nome lascia trasparire, presentano una tipica forma circolare, simile ad una ruota. Si stima che all'età di tre anni oltre il 95% dei bambini abbia subito almeno un episodio di gastroenterite virale sostenuto da rotavirus. L'infezione è abbastanza rara al di sotto dei 6 mesi, probabilmente per merito della protezione conferita dagli anticorpi materni (IgG) trasmessi per via placentare e dalle IgA contenute nel latte materno.
Esistono differenti sierotipi di rotavirus, distinti in tre gruppi: A, B e C; il bambino, può essere di volta in volta infettato da diverse forme virali, acquisendo nel frattempo un'immunità naturale che lo proteggerà dalle successive infezioni (che si manifesteranno in maniera attenuata o asintomatica). Alle nostre latitudini, il picco di infezioni si registra in inverno; alcuni episodi richiedono l'ospedalizzazione, mentre nei Paesi del terzo mondo sono comuni decorsi gravi ed addirittura mortali per spiccata disidratazione e acidosi. I rotavirus sono inoltre chiamati in causa nell'insorgenza di alcune forme di diarrea del viaggiatore; gli adulti possono infettarsi anche dopo uno stretto contatto con un lattante infetto; in ogni caso, la malattia sarà generalmente lieve o addirittura asintomatica.
A fianco dei classici sintomi sopraelencati possono comparire quelli tipici delle infezioni respiratorie (tosse e raffreddore). Le feci, diarroiche, non contengono sangue e leucociti, o solo in piccole quantità, ed il loro esame può essere utilizzato per una diagnosi più accurata.
La terapia consiste nella generosa somministrazione di liquidi ed elettroliti, preferibilmente per via orale; generalmente gli antidiarroici non sono impiegati perché, in ogni caso, è molto più importante trattare la disidratazione rispetto alla diarrea. E' fondamentale, quindi, che i genitori o chi si occupa del bambino siano consapevoli di questa necessità ed in grado di riconoscere i segni della disidratazione: uno dei parametri più utili è il confronto del peso del bambino con quello standard (disidratazione lieve: differenza < 2-3,5%; disidratazione moderata: differenza compresa tra il 4 ed il 6%; disidratazione severa: differenza ≥ 6%); in alternativa o in associazione si possono valutare altri segni obiettivi, come la secchezza delle mucose, la sete, la ridotta emissione di urina o un suo colore particolarmente scuro, la ridotta elasticità cutanea, l'aumentata frequenza cardiaca, la compromissione del sensorio, la mancanza di lacrime nel pianto e la freddezza delle estremità. Ovviamente, il consulto del pediatra è d'obbligo ogni qualvolta si sospetti un'importante influenza intestinale (diarrea particolarmente acquosa, elevato numero di evacuazioni, febbre alta, disidratazione moderata e severa). In molti casi, per la reidratazione del piccolo, verrà consigliata una soluzione glucosalina da acquistare in farmacia. Per quanto riguarda il bambino a dieta solida, non è necessario effettuare alcuna modificazione dietetica, salvo l'eliminazione di cibi e bevande ricchi di zuccheri semplici, come i succhi di frutta, che possono aggravare la diarrea per il loro effetto osmotico.
E' stata segnalata l'efficacia della batterioterapia orale (assunzione di fermenti lattici probiotici) sia a carattere preventivo che terapeutico. Dall'inizio del 2006 è disponibile un vaccino capace di proteggere, soprattutto i più piccoli, dall'attacco del virus; altri sono in via di sviluppo.
Per arginare la diffusione della malattia - che si trasmette principalmente per via oro fecale, oltre che per contatto diretto - una norma utile rimane comunque quella di lavarsi accuratamente e frequentemente le mani.

Influenza intestinale da virus Norwalk

Questo virus condivide il nome con la cittadina dell'OHio (USA), dove nel 1968 fu riconosciuto per la prima volta dopo aver provocato una grave epidemia. Il Norwalk virus ed agenti eziologici dello stesso tipo sono responsabili del 40% delle epidemie di gastroenterite acuta, spesso registrate in luoghi molto affollati come scuole, centri ricreativi, campeggi, navi da crociera, mense ed ospedali; a differenza dei rotavirus, gli episodi infettivi si distribuiscono più o meno uniformemente lungo tutto l'arco dell'anno. Il contagio avviene tramite il consumo di acqua infetta (anche potabile perché il virus è particolarmente resistente all'azione disinfettante del cloro) ed alimenti crudi contaminati (ortaggi, ostriche, crostacei ecc.). A differenza dell'influenza intestinale da rotavirus, questo tipo di gastroenterite tende a risparmiare i più piccoli per colpire i ragazzi ed i giovani adulti. La sintomatologia, generalmente di durata temporanea inferiore, e la terapia sono sovrapponibili a quelle descritte per le infezioni da rotavirus.

L'influenza intestinale può essere causata anche da altri ceppi virali, come quelli appartenenti al gruppo degli adenovirus - che interessano elettivamente i bambini, con una durata piuttosto lunga della malattia (5-12 giorni in media, fino ad oltre 2 settimane) - ed in misura minore da ceppi appartenenti al gruppo dei calicivirus e degli astrovirus. Non bisogna inoltre dimenticare che solo il 70% circa delle gastroenteriti infettive è di origine virale, mentre il rimanente 30% ha origini batteriche.

Prevenire e curare le malattie da raffreddamento

Con le piogge e il brutto tempo, arrivano anche le prime influenze. L'autunno ci regala noiosi raffreddori, tossi, febbri, mal di gola, che a volte ci costringono a letto e a rallentare gli impegni di tutti i giorni. Come è possibile evitarli? Rinforzando le difese del nostro corpo. E in questo la natura può venirci in aiuto: a cominciare da una corretta alimentazione (mangiando, per esempio, cibi di stagione come castagne, uva o melograni) e con l'ausilio delle piante officinali per rinforzare il nostro sistema immunitario.

Rimedi fitoterapici
Le piante officinali sono un ottimo mezzo per rinforzare l'organismo e metterlo nelle migliori condizioni per affrontare l'inverno.
Sia per la prevenzione che per la cura delle malattie da raffreddamento, due sono le piante più efficaci: l’echinacea e l’uncaria tumentosa. La prima è una pianta importante soprattutto nella prevenzione perché stimola le difese immmunitarie, potenziandole. La sua azione è anche curativa, infatti l’echinacea è in grado di intervenire nelle fasi acute delle malattie da raffreddamento, bloccando la proliferazione batterica tipica dei primi malanni autunnali. L’uncaria tumentosa è una radice che ha la proprietà di aumentare le difese immunitarie. Se associata all’estratto di salice è ottima contro raffreddori e tossi stagionali. È considerata un antibiotico naturale, a bassa tossicità e senza effetti collaterali. Si applica anche in caso di artriti e reumatismi.

All’echinacea o all’uncaria tumentosa può essere abbinata la rosa canina, un arbusto comune nelle boscaglie e nelle siepi lungo le strade di campagna, diffuso nelle regioni temperate e subtropicali dell'emisfero settentrionale. Per la presenza essenzialmente di vitamina C, si impiega nel trattamento di malattie influenzali, nei raffreddori, come prevenzione delle malattie virali a carico dell'apparato respiratorio; è consigliata non solo nel cambio di stagione (aumenta infatti le difese immunitarie), ma anche negli stati allergici, nelle infiammazioni e negli stati di debilitazione.

E ancora, la propoli combatte la crescita di microrganismi responsabili delle infezioni respiratorie ed è quindi indicata nei casi di tosse, tracheiti, mal di gola e raucedine. Contiene vitamine del gruppo B, vitamina C ed E, sali minerali, flavonoidi, balsami, composti di natura aromatica, aminoacidi e molte altre sostanze. È una pianta essenziale nelle affezioni delle prime vie respiratorie: è usata soprattutto in caso di mal di gola, tosse, faringite, rinite, tonsillite, otite e sinusite. La spirea e il salice contengono principi molto simili all’acido acetilsalicilico e servono a contrastare la febbre.

Il sambuco è un diaforetico (aumenta la secrezione del sudore) ed è usato quindi contro la tosse secca e la faringite. L’altea, la malva e la piantaggine sono erbe ricche di mucillagini emollienti che agiscono sulle mucose proteggendole dalle irritazioni. Menta, pino, timo e liquirizia sono invece indicati contro la tosse grassa, poiché contengono oli essenziali e saponine che stimolano la formazione di muco e lo rendono fluido favorendone così l’espettorazione.
Non appena si manifestano i primi sintomi di influenza, si suggerisce una tisana a base di spirea, sambuco, salice e rosa canina: lasciatela in infusione per 10 minuti, addolcitela con miele o zucchero e bevetela almeno tre-quattro volte al giorno.

lunedì 17 gennaio 2011

Come difendersi dal raffreddore

Un appuntamento con la stagione invernale, assolutamente indesiderato, ma che ogni anno colpisce oltre 22 milioni di italiani. E’ il raffreddore. Non un disturbo, ma una vera infezione delle vie aeree che provoca malessere generale, mancanza di concentrazione, affaticabilità, difficoltà a dormire e mal di testa. In alcuni casi, però, può portare a complicanze di un certo rilievo in persone già predisposte. Le attuali cure, fra l’altro, agiscono contro i sintomi e non contro la causa, per questo la prevenzione è l’arma più efficace.

Come si prende il raffreddore?
“I virus responsabili del raffreddore (in particolare i Rhinovirus) si diffondono da una persona all’altra attraverso le goccioline di saliva (chiamate goccioline di Flugge). Oppure, anche se in modo meno frequente, attraverso contatto diretto tra le mani o su oggetti che si toccano quotidianamente. Una volta che il virus si è insediato nella mucosa nasale, la risposta infiammatoria che ne consegue, nel tentativo di combattere l’infezione virale, si rende responsabile di quei fenomeni come aumento della secrezione nasale e ostruzione che, però, provocano fastidi”.

Si può contrastare subito?
“Ultimamente sono stati messi in commercio degli spray nasali che, se utilizzati ai primi segnali dell’infezione (entro 24-48 ore), ne prevengono lo sviluppo. Se utilizzati più avanti, invece, ne riducono i sintomi e la durata. Questi spray agiscono sulla causa, cioè sul virus, e non sui sintomi, integrando le difese naturali dell’organismo formando una barriera di protezione e inattivando il virus. Il principio su cui si basano non è farmacologico, ma meccanico”.

Quali farmaci alleviano i sintomi?
“I farmaci in commercio che alleviano i sintomi del raffreddore, ma non agiscono sulla causa che lo provoca, sono gli antinfiammatori come quelli a base di acido acetilsalicilico o di paracetamolo, gli antistaminici e i decongestionanti, che riducono l’infiammazione e l’edema delle mucose e, quindi, i sintomi. Questi farmaci, però, non agendo sulla causa non debellano il virus, che quindi fa il suo decorso, generalmente di 5 giorni”.

Sono utili gli antibiotici?
“Gli antibiotici non devono essere presi per combattere il raffreddore perché non sono utili a debellare il virus, mentre devono essere utilizzati solo se insorgono co-infezioni di tipo batterico che si sovrappongono a quella virale come le otiti o bronchiti batteriche. E’ comunque il medico che deve consigliare una loro assunzione”.

E se non passa?
“Se dopo i classici 5 giorni di decorso del raffreddore questo è ancora presente e non accenna a scomparire, oppure passa ma continua a ripetersi, è opportuno avvisare il medico perché potrebbe trattarsi di forme allergiche, come per esempio il ‘raffreddore da fieno’ o i raffreddori scatenati da stimoli irritativi come il fumo e quant’altro”.

Qualche consiglio su come prevenire il raffreddore
“Ecco alcune misure comportamentali che possono prevenire l’insorgenza del raffreddore:
- evitare per quanto possibile i luoghi affollati e chiusi perché facilitano la diffusione del virus
- evitare lo stress perché chi è stanco o stressato si ammala più facilmente
- il fumo di sigaretta indebolisce le difese dell’organismo e, quindi, va abolito
- umidificare la stanza dove si soggiorna o si dorme con una vaschetta d’acqua. La temperatura ideale è tra i 20 e i 22°C (gradi centigradi). L’aria deve essere cambiata ogni giorno aprendo le finestre.
Se, comunque, il raffreddore si è già fatto vivo, ecco alcuni consigli comportamentali:
- bere più del solito per reintegrare le perdite di liquidi che si hanno attraverso il sudore e la secrezione nasale
- mangiare cibi leggeri come semolino, carne bianca ai ferri, verdura cotta e frutta cotta
Frutta e verdura devono essere consumate a volontà, perché ricche di elementi importanti per la salute dell’organismo. Anche lo yogurt e i fermenti lattici possono essere consumati liberamente, perché rinforzano le difese naturali dell’organismo”.